Il paradosso della mente ubriaca

In conseguenza del rancore che si coltiva dentro, tante volte ci si sente autorizzati a fare e seminare sfracelli. L’obiettivo sarebbe vendicarsi, pareggiare i conti e liberarsene. Ma molte volte (e per mille ragioni diverse) il rancore costituisce un elemento così importante della propria identità che per il soggetto diventa difficile farne a meno.

Oltretutto, il rancore “consente” licenze a conti fatti gratificanti che, senza quel lasciapassare, sarebbe impossibile ottenere: non esistono lauree o mestieri che autorizzino a rapinare, spacciare, uccidere. Ma togliere la vita, in fondo, è una cosa grandiosa che, se sei ubriaco al punto giusto, ti permette, almeno per una mezza giornata, di sentirti una specie di Dio.

Il rancore permette di abusare e persino di uccidere senza sentirsi in colpa. Prima di andare in guerra, di fare attentati, di rapinare qualcuno o spacciare ai danni del futuro di adolescenti smarriti, bisogna fare rifornimento di rancore o lucidare il proprio, quello accumulato negli anni degli abusi subiti. In questo modo ci si sente coesi col proprio sentimento di vendetta e si può procedere nell’abuso in tranquillità, anzi, persino con un piacevole senso di eccitazione.

Max Rigano e io ne abbiamo parlato a Byoblu nel corso della rassegna stampa del 7 ottobre 2024. Di seguito il link per chi abbia piacere di saperne di più o addirittura di contribuire a sviluppare il tema.

Byoblu, Sempre sul pezzo. La rassegna stampa – 7 Ottobre 2024

Al gruppo della trasgressione questo viene fatto tutte le settimane da detenuti, studenti universitari e familiari di vittime di reato, ma sono molto bene accetti anche contributi esterni.

Diritti e Paradossi

 

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