San Vittore, Paolo Donati
Com’è sottile la linea che separa
l’ombra più profonda dalla piena luce
e capita di non saper vedere
in che direzione vai.
Così succede di non saper sentire
la rabbia che ti spinge e non ti fa capire
di quanto ti allontani un po’ per volta
e chissà se tornerai.
Tra luci e ombre si trova a navigare
chi si allontana tenendosi per mano
a quella rabbia cieca e sorda alla paura,
che gli urla dentro e a quella che procura….
San Vittore è in mezzo a quattro vie
nemmeno tanto grandi, ma per attraversarle
devi avere il cuore fermo e un permesso
stretto nella mano.
A San Vittore ci vai anche per gioco
con regole già scritte però ti fermi poco…
per chi ha giocato duro resta dentro
anche il suo futuro.
Solo discese incontra nel cammino
chi si allontana tenendosi per mano
ad un coraggio finto e fatto di paura,
quella sua dentro e quella che procura.
San Vittore è un santo di Milano
Che porta scarpe cucite a mano
con all’interno la parte dura
che rende sordi e che fa paura.
San Vittore è in mezzo a tanta gente
lì per incontrare chi vede raramente,
chi piange di nascosto, chi in silenzio,
chi fa finta e chi per niente.
A San Vittore ci vai a sentirti meglio
a misurar destini e pesare la fortuna,
ad incontrare di nascosto le voci
che ti parlano dentro.
San Vittore è un santo di Milano
Che porta scarpe cucite a mano
con all’interno la parte dura
che rende sordi e che fa paura.
Sul calendario lo cercheresti invano
lui gira sempre con il cuore in mano
perché vivendo oltre lontane mura
ogni giorno deve prendersene cura.