Sono Domenico Mazzitelli, detenuto da circa 28 anni con fine pena mai.
Per l’organizzazione criminale a cui appartenevo, l’arroganza era centrale e veniva utilizzata come atto di superiorità verso il prossimo allo scopo di ottenere sempre più ricchezza economica e aumentare il predominio sul territorio nazionale. Ogni metodo era buono: estorsioni, ricatti, omicidi e qualsiasi altro abuso possibile, praticato con il totale disprezzo. All’interno del sodalizio, regnava l’atmosfera di supremazia e non c’era posto per la coscienza.
Io ho sempre ricoperto un ruolo di semplice gregario ma, grazie ai tanti soggetti come me, le associazioni criminali potevano aumentare il loro potere.
Oggi ho maggiore consapevolezza degli errori commessi in passato e credo di averla raggiunta grazie ai corsi che frequento e agli studi che ho fatto in questi lunghi anni di carcere, fino a ottenere la maturità e ad essere oggi uno studente universitario.