Aiuto, fateci salire!
Che cosa ci fate qui? Dov’è la vostra barca?
Era un canotto, si è bucato, stava affondando, così ci siamo buttati.
Ma da quanto state così?
E’ venuto buio due volte.
Più di 48 ore? Sarete esausti.
Lo siamo!
Quanti siete?
Siamo in cinque, ma tanti ce ne sono stati prima di noi e tanti ce ne saranno.
E gli altri?
Gli altri sono in fondo al mare.
Ecco ci siamo, riuscite ad arrampicarvi sulla scaletta?
Ci proviamo.
Ma lui perché non si muove?
Rascid, Rascid! Forza, tirati su!
(Ma Rascid non sente e non risponde. Rascid non c’è più)
Voi chi siete?
Siamo pescatori.
E perché ci avete presi su?
Eravate in pericolo e di questo avevate bisogno, di essere presi su.
Grazie.
E’ una legge del mare. Chiunque sia in pericolo, viene salvato dai marinai.
E se fosse un nemico?
Quando un uomo è in pericolo di vita, prima bisogna salvarlo, le categorie cominciano dopo. Se si scoprirà essere un nemico, avremo salvato un nemico, ma quando l’abbiamo deciso era un uomo che volevamo salvare.
Ma sarà ancora un nemico l’uomo che è stato salvato?
Forse sì. O forse apparterrà prima alla categoria dei salvati che a quella dei nemici. Lui stesso in quanto salvato si sentirà di appartenere alla categoria dei riconoscenti, poi a quella dei nemici.
Ma, che cosa vuol dire sentirsi un riconoscente?
Per esempio scoprire che dopo essere stato aiutato, sentire che a tua volta vorresti aiutare. Così ti succede una cosa strana. Guardi gli altri e, per la prima volta, li vedi davvero. E vedi le loro debolezze e per la prima volta non te ne approfitti. Anzi, cerchi di sostenerle.
Questo è un riconoscente?
Sì, questo è un riconoscente. Questo è un uomo.
Adesso che ne sarà di noi?
A)
Vi portiamo all’isola, vi ripuliamo, vi diamo da mangiare e poi da dormire.
E poi?
Poi, una volta rifocillati e ripuliti sarete liberi di andarvene.
E come faremo senza una guida?
Vi verranno forniti gli strumenti per cavarvela. Avrete imparato un mestiere, conoscerete una lingua nuova per andare nel mondo senza perdervi, per entrare nel mare senza affogare.
B)
Vi portiamo all’isola, vi rifocilliamo.
E poi?
Poi aspetterete
Che cosa?
Che il tempo passi, che arrivino le carte, che vi trasferiscano.
Per portarci dove?
In un’altra isola.
E lì che cosa faremo? Che cosa?
Che passi del tempo.
Quanto tempo?
Quello che sarà necessario.
E poi?
Poi ve ne andrete. Sarete liberi.
Liberi? Forse saremo liberi di andarcene dall’isola, ma non di andarcene dalla parte malata di noi stessi.
C)
Vi portiamo sull’isola, vi rifocilliamo.
E poi?
Poi aspetterete.
Che cosa?
Che il tempo passi, che arrivino le carte, che voi facciate delle scelte.
Che cosa mai dovremmo scegliere?
Vi verranno fatte delle proposte. Potrete seguire dei corsi, a vostro gusto.
E come sapremo quali ci saranno davvero utili? Corsi di cosa?
Un po’ di tutto. Poesia, teatro, scuola…
E’ una specie di scuola ?
Una specie, sì.
Che cosa ci insegnano?
Che cosa vi insegnano, che cosa vi insegnano! Un po’ tutto e un po’ niente. Non siate petulanti.
Ma ci insegnano a nuotare?
Nuccia Pessina