Si era più o meno di questa stagione.
Il mio papà una mattina mi portò a casa di mio nonno. Mio nonno faceva il contadino e abitava in una casa che, come quelle dei suoi vicini , anch’essi contadini, si affacciava su un grande cortile, di fatto un’enorme aia. Non mi piaceva particolarmente andare a casa di mio nonno, non saprei dire perché. Quel giorno, però, mi aspettava una sorpresa. Quando arrivai, superato il portone d’ingresso nel cortile, non riconobbi il luogo. Una magia l’aveva trasformato: l’aia era diventata color giallo sole e il contrasto col cielo azzurro era sorprendente. Ai bordi erano sedute molte persone che stavano sgranando le pannocchie di granturco. Chi canticchiava, chi parlottava, e intanto i chicchi gialli cadevano per terra e si aggiungevano agli altri, e la macchia gialla si allargava sempre di più.
La bellezza di quell’immagine mi avvicinò a mio nonno e al suo mondo e dopo quella volta ci andai volentieri.
La bellezza di quell’immagine mi è rimasta nel cuore.