Relazione finale di tirocinio
La mia grande avventura!
Ricordo con piacere il primo giorno in cui mi sono recata nella sede per gli incontri, giorno in cui ho visto per la prima volta il Dott. Aparo, Adriano e Nuccio. Fin da subito sono rimasta colpita dall’atmosfera che si respirava, dai temi trattati, dalle belle poesie di Nuccio, dal modo schietto e diretto del Dott. Aparo; ho capito così che finalmente avevo trovato ciò che stavo cercando e la sera stessa ho chiamato Alessandra per confermare il mio tirocinio. Inizia così la mia grande avventura!
Ho iniziato partecipando ai gruppi esterni, che si tengono il lunedì e martedì; ho poi avuto il piacere di presenziare e partecipare agli eventi culturali nei parchi, ad un concerto organizzato con Libera e infine ho preso parte agli incontri settimanali all’interno del Carcere di Opera, a contatto con l’alta e la media sicurezza.
Rammento il primo giorno in cui sono entrata in carcere: il timore di chi si appresta a vivere una nuova esperienza di cui non conosce nulla si alternava alla curiosità e voglia di mettermi in gioco. A incontro iniziato mi sono subito sentita a mio agio, trovandomi poi immersa in un turbinio di emozioni forti e positive che mi hanno stimolato profonde riflessioni e permesso di conoscere meglio me stessa.
Ho visto da vicino l’effetto positivo che un percorso riabilitativo realizza, all’interno del quale l’individuo viene stimolato a riflettere e a ripercorrere le motivazioni e le circostanze che lo hanno portato su determinate strade. Ho visto e preso parte al cambiamento in corso di alcuni membri; ho sentito il racconto di altri che sono riusciti a ricostruirsi una vita da buoni cittadini.
Durante gli incontri viene incentivato e proposto di produrre degli scritti: questo è un grande punto di forza del gruppo perché porta sempre ad elevare il punto di partenza delle riflessioni e a creare una tavola rotonda avvincente.
Ho constatato di persona l’importanza degli interventi per la prevenzione del bullismo nelle scuole, è stata una scoperta inaspettata ed interessante, esperienza a cui voglio continuare a dedicarmi.
Ho partecipato alle consegne di frutta e verdura alle famiglie bisognose di Rozzano insieme ad Antonio, con cui ho trascorso parecchio tempo e instaurato una buona amicizia; è stato divertente e positivo.
Ho preso parte agli incontri su Caravaggio e in seguito a quelli dedicati a Delitto e Castigo dentro il Carcere di Opera, esperienze che hanno lasciato a tutti i partecipanti un grande bagaglio sia culturale sia emotivo e che hanno aperto la strada alla nascita di altre iniziative.
Il gruppo ha un compito importante: risveglia le coscienze, cerca e riporta l’uomo perduto ad essere un buon cittadino e abbatte il muro che c’è tra esterno e interno, portando gli studenti e la gente comune dentro il carcere. Contrasta l’emarginazione e l’illegalità con la cultura, ed è così che si impara a conoscersi: si raccontano le proprie vicissitudini personali, si mettono a nudo le proprie sensazioni del momento, ci si pone domande scomode ma necessarie, si impara a lavorare in gruppo.
Il gruppo non si ferma mai, è sempre in fermento, c’è sempre un nuovo progetto da sviluppare che crea inclusione ed entusiasmo e stimola la mente come ad esempio “La chiamata”, che prevede che nel carcere di San Vittore un reparto venga orientato secondo le coordinate del gruppo.
Il mio tirocinio è finito ma non la mia grande avventura, che continuo a vivere in modo partecipe ed entusiasta con il gruppo di cui sento di far parte.
Un grande ringraziamento al Dott. Aparo, a tutte le persone che ho conosciuto dentro e fuori dal carcere, con cui collaboro e che rendono le giornate speciali.
Carlotta Boccaccio