Il Gruppo della Trasgressione del Dott. Angelo Aparo, è un gruppo formato da detenuti e persone volontarie esterne. Un gruppo unito, compatto, fatto di belle persone con mentalità e punti di vista differenti. C’è chi si scopre scrittore, poeta, attore, cantante, opinionista e qualche volta anche tuttologo. C’è chi allarga le proprie vedute e chi prova a modificarsi perché crede al cambiamento. Insomma, un gruppo magico.
Il gruppo ricerca gli aspetti che possono portare le persone a intraprendere la strada dell’illegalità, riflettendo sulle scelte e sugli elementi che fanno parte dell’uomo e della sua vita. Sostanzialmente, il gruppo porta a ragionare e dà un aiuto nel recupero. Lo strumento principale è il dialogo, ma non solo. Infatti, il Gruppo della Trasgressione, oltre ad andare nelle scuole a mettersi in discussione e fare eventi presso teatri, ha una cooperativa che opera nel settore commerciale con la finalità di dare lavoro ai detenuti.
Nel corso di questi incontri, mi sono chiesto: “perché parlare di alcuni argomenti come L’infinito di Giacomo Leopardi o il dipinto di Caravaggio La chiamata di San Matteo?”.
I temi principali che trattiamo sono le regole, la trasgressione e le scelte di vita che molte volte ci portano a sbagliare e a ritrovarci in un posto come questo. È anche vero che chi non sbaglia non può imparare.
Sono più che convinto che la fonte di coscienza è fonte di sapienza. Tutto questo per me è consapevolezza di essere capace di avere un pensiero libero, perché attraverso la riflessione possiamo ragionare sugli errori commessi in passato. Per tutto questo, grazie a tutta l’equipe che giorno dopo giorno ci dà l’opportunità di cambiamento e di crescita.
Nel corso del nostro ultimo incontro, viene portato in discussione un argomento: il mito di Sisifo. Dentro di me un vuoto…in silenzio mi chiedo: “MA CU’ È STU SISIFO…?”.
L’unica cosa che credo di aver capito è che era un mitico re dell’antica Grecia. La curiosità e la possibilità che venga chiesto il mio parere nei prossimi incontri, mi porta a leggere la storia; spero di aver capito il significato di questo argomento.
La storia racconta che Sisifo, re dell’antica Grecia, figlio di Eolo, re dei venti, fu punito da Zeus per la sua arroganza. Sisifo infatti, aveva sorpreso Zeus in un comportamento illecito: stava rapendo una fanciulla di nome Egina (figlia di Asopo, dio fluviale) per abusare di lei, ma invece di tacere lo denunciò. Asopo donò in cambio la sorgente di Pirene alla città di Sisifo (Corinto) che stava vivendo il problema della siccità. Per questo comportamento Zeus, lo fece perseguitare dalla personificazione della morte, in greco “Thanatos”, morte che Sisifo riuscì ad evitare varie volte. Quando infine morì, fu condannato a spingere con gran fatica una grande pietra in salita su di un monte, ma appena raggiunta la vetta, la pietra rotolava giù e tutto ricominciava, senza avere mai una fine.
La mia riflessione è che dopo esserci confrontati, in una parvenza di discussione, per tutto il Gruppo della Trasgressione le vicende di Sisifo sono diventate un racconto per guardarsi dentro e per comunicare con la società.
Lo scopo del mito di Sisifo è di far capire come l’arroganza è un sistema per rovinare l’esistenza gli uni degli altri.
L’intento del gruppo è far ricredere le persone sugli sbagli fatti, cercare di farli cambiare, dando un giusto senso alla loro vita e aiutare persone in bilico, perché spesso chi è vittima diventa un carnefice.
Sul mito di Sisifo, alcuni di noi del Gruppo della Trasgressione, si caleranno nelle vesti dei personaggi di questa storia, facendo uno spettacolo teatrale. L’obiettivo è quello di fare arrivare al pubblico il messaggio di presa di coscienza e di consapevolezza, imparando a cercare dentro sé stessi il perché delle scelte che ci hanno portato a fare reati.
L’arroganza, l’abuso, o meglio ancora la sete di potere porta ad un bivio. La prima via è quella di accettare delle regole che servono per migliorare; la seconda è quella negativa, cioè quella di volere sempre più successo, lusso e potere, trasgredendo il limite e le regole.
Per poter migliorare, bisogna riconoscere i propri errori e rimettersi in gioco intraprendendo un percorso di cambiamento.
Concludo con un mio pensiero: consiglio di non crearsi “MITI”, perché inseguire un mito sbagliato o in maniera sbagliata, porta a perdere la reale strada da seguire e a fare scelte sbagliate che, alla fine dei conti, hanno tragici effetti su noi stessi, sulla nostra famiglia, su quella delle vittime e sulla società.
Il Gruppo della Trasgressione o lo ami o lo odi. Una cosa è sicura, lascia un marchio indelebile dentro di te.
Grazie a tutti i miei compagni, ma soprattutto, grazie a tutto l’equipe del gruppo, coadiuvato da un guerriero senza tempo, il nostro prof. Angelo Aparo.
Michelangelo Maurizio Lesto