[Dopo il secondo incontro del 4 marzo, abbiamo proposto ai 18 padri che si sono candidati al progetto di scrivere una lettera ai propri figli, per la festa del papà]
Caro Beniamino (indirizzo a te questa lettera, ma puoi girarla anche a tuo fratello e sorella più grandi) [segue]
Caro Dani,
è bello vederti crescere ed è bello crescere insieme.
Sei un ragazzo sensibile.
Hai una grande resistenza alle situazioni scomode. Tuo malgrado, sei stato allenato. Come diciamo spesso “non possiamo modificare il passato”. Sappiamo che le tracce negative possono diventare strumenti speciali per affrontare la vita. Bisogna lavorarci sopra.
Ti presenti come sei e cerchi il dialogo, a modo tuo.
Ti ringrazio: vuole dire che non svolgo solo la “funzione di mobile”. Mi fai sentire importante.
Mi piace fare esperienze con te.A volte non ne hai voglia o non abbiamo tempo, per cause esterne. A volte ti obbligo. Lo faceva anche mio papà con me. Mi arrabbiavo. Solo con il passare degli anni ho capito il valore delle esperienze vissute con lui. Ha fatto bene ad obbligarmi. Ho appreso molto, senza accorgermi. Non faccio altro, quindi, che copiare il “nonno-che-non-hai conosciuto”. Prova a dare un po’ più di fiducia al metodo del nonno.
In casa, hai la capacità rara ed invidiabile di raccontarti, liberamente, senza paura di valutazioni o di non sentirsi all’altezza delle aspettative. Io non ero così. Bravo, tu.
Sei leale. Proteggi le persone e la verità.
Mi fai conoscere realtà musicali a me ignote, mai ascoltate prima: temevo mi facessero male alle orecchie. Ora, grazie a te, so che fanno veramente male alle orecchie. Ma resisto. Tramite la musica penso di poter comprendere qualcosa del tuo mondo di giovane, di te.
Avrei tanto da condividere, ma i pensieri si confondono in emozioni, sentimenti, speranze e ricordi. Non riesco a seguire un filo logico.
Quindi concludo con uno spunto e un auspicio che, sono certo, diverrà realtà.
Lessi una frase: “chi non si aspetta l’inaspettato, non troverà la Verità”. A volte l’inaspettato fa piacere, a volte crea dolore. In entrambi i casi è esperienza che dobbiamo trasformare in bene, per noi e gli altri.
Sono sicuro che saprai mettere in silenzio il rumore di fondo del passato, con sensibilità ed intelligenza, facendo risaltare i suoni gradevoli, la musica piacevole. Non sarà semplice, ma renderà più agevole costruire un futuro di serenità e di felicità, guidato dai sogni che hai nel cuore.
Ti voglio bene, ti ringrazio che sei entrato a far parte della mia vita.
Il tuo Franci detto Fracco detto Frassi ecc.
Cari Matteo e Stefano,
Sapete già bene due cose …quanto non mi piaccia celebrare feste che mi riguardino in prima persona …e quando fosse grande il mio sogno di diventare padre…direi che queste due “verità” si scontrano alla grande il 19 marzo 😀 😀
…che io fossi “strano” è de resto un’altra cosa che già sapevate…
E quindi…che dirvi in onore di questa ricorrenza che si avvicina?
Beh innanzitutto che essere vostro padre è una sensazione, una “situazione” che mi rende davvero felice…ovviamente non semplicemente per “essere padre”…ma per come voi siete figli.
Con le vostre insicurezze e le vostre convinzioni.
Con le vostre passioni e le vostre pigrizie.
Con i vostri limiti e i vostri notevoli talenti.
Con i dubbi che ogni giorno mi assalgono rispetto a scelte e comportamenti avuti nei vostri confronti e con l’orgoglio e lo stupore nel vedere le scelte e i comportamenti che voi mettete in atto nella vita quotidiana.
…tutto questo e molto altro mi fanno dire che da ragazzo avevo proprio un “bel sogno nel cassetto” ed è ancora più bello vedere che questo sogno ogni giorno ci proviamo e ci riusciamo abbastanza a tenerlo vivo ogni giorno insieme.
Davide
Carissimi figli,
sapete che non amo le ricorrenze, ogni giorno merita di essere festeggiato e nessuno più degli altri.
Per la festa del Papà è anche più vero, perché si festeggia San Giuseppe, che certo non amava stare al centro dell’attenzione. Tanto che nel Vangelo compare appena e di lui non si ricorda una sola parola.
E’ una circostanza che mi conforta, perché la mia più grande paura è di non essere abbastanza presente nella vostra vita. Temo di vivere tanto “per” voi e molto poco “con” voi.
Un po’ è per colpa mia, un po’ perché nella divisione dei compiti con vostra madre, al lei tocca la cattedra e a me la… supplenza. Oggi è la festa di quello che tappa i buchi.
Un ruolo che vivo consapevole dei miei limiti e di mancare spesso alle vostre aspettative, a quelle di vostra madre e alle mie. Ma di cui vado pure orgoglioso, perché nonostante tutto non mollo mai.
Ci sono e ci sarò sempre, magari solo una figura defilata, ma perennemente lì.
Ecco, credo che questo vada festeggiato oggi. Che questo compito indefinibile, che a prima vista può apparire ingrato, è diventato la mia prima e più grande passione.
Giorno dopo giorno mi costringe a rinascere e mi regala momenti di indicibile gratificazione, anche quando conquistati attraversando lo scoramento e persino il panico.
Festeggiamo che, cercando il modo di tappare milioni di buchi, ho scovato la risposta da dare a chi un giorno dovesse chiedermi perché ho vissuto. Per voi tre.
Ludovico
Cari ragazzi,
è il vostro papà che vi scrive qualche riga.
Di solito siete voi che per la festa del papà mi dedicate (o lo facevate quando eravate più piccoli) anche un piccolo pensiero accompagnato da un disegno su un foglio di quaderno ed è insolito che mi rivolga a voi usando la scrittura. Ma alcuni pensieri mi vengono meglio.
In questa ricorrenza, alla quale io da figlio non ho mai dato molta importanza, voglio ricordarvi che papà c’è e ci sarà sempre.
Qualsiasi decisione, prova, difficoltà, ostacolo che dovrete affrontare io sarò di fianco a voi.
State vivendo questa fase della vita con le responsabilità ed impegni dei ragazzi della vostra età in due fasi della vostra vita che, sebbene siano abbastanza vicine, sono molto diverse tra loro.
Vi auguro di avere la forza e la determinazione necessaria per crescere perché la vita è un’avventura che va vissuta fino in fondo.
E siate liberi di scegliere ma anche di sbagliare, è dagli errori che si traggono i migliori insegnamenti.
Aspetto un abbraccio e un bacio per festeggiare la festa del papà.
Papà Stefano.
Caro figlio ,
come sai sto facendo un percorso con altri papà per aiutare noi papà ed altri figli e papà in carcere a provare a fare del nostro meglio, e devo scrivere a te e a tuo fratello una lettera per la festa del papà. Scriverò la stessa lettera a tutti e due in modo uguale.
Se dovessi sentirmi papà il 19 marzo per essere festeggiato vuol dire che non sarei un gran padre, la festa me la prendo tutti i giorni ogni volta che sento il piacere di vivermi come papà, senza che voi lo sappiate. Mi piace quando litighiamo, quando discutiamo, mi piace quando giochiamo o quando ci confrontiamo su temi a voi cari o a me cari o più semplicemente quando mi prendi in giro o quando cerchi di fregarmi ed io ti sgamo.
Sono felice quando mi chiami e mi dici se puoi venire a mangiare con i tuoi amici a cena, anche se mi fai incazzare perchè me lo dici sempre all’ultimo e come sempre finisce che discutiamo …..ma poi si ride e si scherza a tavola come se niente fosse….
Figlio mio, se poi ogni tanto mi coccoli con un gesto carino , beh quello me lo prendo molto volentieri ma in fondo io ero come te con mio padre, lo stretto minimo necessario, che in fondo alla tua età le priorità capisco essere altre. Allora mi tengo i tuoi ricordi e quelli di tuo fratello di quando eravate più piccoli ed eravate tutti belli coccolosi.
Mi raccomando almeno un “auguri Pa” però fammelo a voce …..con i whatsapp parla con i tuoi amici… che io sono boomer ricordalo.
Grazie amore mio
Antonio
Caro figlio mio [segue]