«Facciamo finta che tu sia la Regina Nera, Kitty! Sai, io credo che se ti mettessi a sedere e incrociassi le zampette, sembreresti proprio precisa. Provaci, su, tu che sei la mia beniamina!». E Alice prese dalla tavola la Regina Nera e la mise dritta davanti al gattino perché se ne servisse come modello da imitare: ma la cosa non riuscì, soprattutto, dichiarò Alice, perché la gattina non voleva incrociare le zampe come si deve. Perciò per punirla, la sollevò davanti alla Specchio, perché potesse vedere anche lei come era inquieta, «e se non sei buona subito», aggiunse, «ti farò passare dalla Casa dello Specchio. Ti piacerebbe che lo facessi?»
E poi facciamo finta che tu, giovane Giorgio, riuscivi a toglierti questo paraocchi tramite il quale vedevi solo quello che ti avevano fatto imparare della vita.
E poi facciamo finta, cara Giada, che usare questo spray per prevenire la formazione di pidocchi intorno a te non sia più necessario…
Bene: ora ciascuno impugni il suo specchio dalla parte giusta, non tanto per scoprire – attraverso il vetro – mondi così diversi dal proprio ma per guardarsi finalmente negli occhi.
Dopo essersi persi e ritrovati, dentro questa aula universitaria che sta davvero per riscaldarsi, proviamo allora a vedere insieme se riusciamo davvero a progettare un distributore automatico di conflitti, a beneficio della umanità intera.
Ci vediamo mercoledì prossimo!
Ft. il bidello