Ciao mi chiamo O. Se devo pensare a una delle prime delusioni, forse alla prima volta che mi sono sentito davvero tradito, è stato all’età di 8 anni circa. Correvano i primi anni 2000 ed io ero un bambino curioso e con molta immaginazione, avevo molti amici nel quartiere, certo non erano dei santi ma erano i miei amici, loro c’erano.
I miei litigavano di continuo e forse per questo vedevo negli amici una seconda famiglia. Un giorno mentre siamo a tavola con mio zio, mio padre insulta mia madre. Lei ferita, nell’orgoglio, prende la bottiglia di vino che stava lì sul tavolo, la rompe e si squarcia il petto.
Tra il vino rosso e il sangue non sapevo più dove iniziava il sangue e dove finiva il vino. Pochi istanti dopo mi ritrovo sull’ambulanza con mia mamma.
Conoscendo già la mia situazione a casa, la polizia porta direttamente mio padre in carcere. Io e mia madre dopo la notte in ospedale veniamo accompagnati in una comunità per madri e figli. Il giorno dopo mi sveglio in questa casa nuova dove non conoscevo nessuno. Che ne sarebbe stato di tutti i miei amici?
Come potevo spiegare delle cose che non capivo neanche io? Mi sono sentito tradito dalla vita, da mio padre, da mia madre. Per molto tempo sono rimasto chiuso nel mondo che mi sono creato. Crescendo, ho cominciato a non fare più affidamento sui più grandi e a cavarmela da solo.
Sentivo che nessuno poteva capirmi, ma allo stesso tempo sono sempre rimasto fedele ai miei amici. Certo non tutti lo sono stati con me, ma sto imparando bene a selezionarli. Per esempio questo gruppo della chiamata mi sembra uno di quegli amici che possono lasciarmi qualcosa di buono e io spero di fare altrettanto.