Dagli incontri in carcere e in sede su “i percorsi dell’arroganza”
Appunti di Elena Tribulato
Il mese scorso è stato avviato al gruppo un seminario permanente sull’arroganza, le sue origini e il suo divenire. Tenteremo un approccio multidisciplinare, in cui arte, mito, letteratura, musica e cinema ci aiuteranno a individuare i diversi aspetti dell’arroganza, nelle diverse fasi della vita e nelle diverse circostanze e relazioni ove essa si manifesta in un modo o nell’altro. Dell’arroganza proveremo ad esplorare gli aspetti che riguardano il mondo interno del soggetto (gli stati d’animo, il dolore, le difese) e quelli che coinvolgono le vittime o i destinatari dell’atto arrogante.
Tra i capitoli centrali, ha un posto di primo piano lo studio dell’arroganza nell’adolescente e, in particolare, nella relazione dell’adolescente con le sue prime autorità di riferimento; è infatti proprio il senso di insofferenza verso un‘autorità percepita come ostile e respingente a costituire la base dell’atteggiamento arrogante dell’adolescente che, se non compreso e non orientato dall’adulto, potrà portare a una ribellione rancorosa, seguita spesso dal bisogno di appoggiarsi a una banda dove trovare conferma alla propria identità, e poi dai primi passi nella delinquenza.
Cercheremo di decifrare le condizioni utili per passare da una arroganza “indomita”, che finisce per divenire distruttiva ed autodistruttiva per gli altri e per se stessi a un’arroganza “addomesticata”. La prima è ciò che riempie le carceri e corrode la società. La seconda è il motore dei grandi risultati nello sport, delle grandi rivoluzioni umane, dalla ruota all’uomo sulla Luna. Tuttavia, la distinzione apparentemente immediata in teoria, risulta più che complessa nella pratica.
Il seminario sarà quindi occasione per riflettere sui personaggi più noti del mito (Icaro, Sisifo, Prometeo, Apollo e Marsia, Ulisse, ecc.), della letteratura (Faust, Frankenstein, Dorian Gray, dottor Jekyll e mister Hyde), su alcuni eventi storici che possono risultare controversi (colonialismo, Resistenza, terrorismo delle BR, ecc.), fino a giungere a delle riflessioni su di sé e sul propri vissuti.
Obiettivo esplicito del seminario è la prevenzione del bullismo e della tossicodipendenza nelle scuole, nonché la rieducazione dei detenuti e la prevenzione della recidiva. Ma non sarà meno importante l’obiettivo di giungere alla collaborazione tra persone e ruoli diversi.
Si confida che a trarre beneficio dall’iniziativa saranno sia gli studenti universitari del gruppo, i detenuti e gli ex detenuti che da anni fanno parte della squadra, i familiari delle vittime della criminalità sia gli studenti delle scuole dove portiamo la nostra esperienza e i giovani detenuti di San Vittore e del IPM Beccaria (destinatari che nelle nostre previsioni dovrebbero diventare essi stessi co-protagonisti della ricerca) .