Il 24 maggio scorso il Gruppo della Trasgressione, in occasione della ricorrenza della strage di Capaci, aveva partecipato a Milano a un incontro al Galdus, istituto scolastico col quale collaboriamo da tempo e con il quale siamo partner in una iniziativa per la prevenzione del bullismo. Il programma prevede, tra i suoi punti forti, che il Gruppo della Trasgressione porti nelle scuole che aderiscono al progetto i risultati della riflessione avviata da quando il gruppo è nato e che negli anni si è arricchita anche dei contributi di centinaia di studenti universitari, professionisti, artisti, operatori penitenziari, familiari di vittime della criminalità organizzata, che sono stati nostri ospiti in questi ultimi 20 anni.
Erano presenti all’incontro il direttore del Carcere di Opera, dott. Silvio Di Gregorio; l’assessore all’istruzione della regione Lombardia Dott.ssa Melania Rizzoli; il vice presidente della commissione antimafia Lombardia, dott. Alex Galizzi; un nutrito numero di insegnanti del Galdus; circa 200 alunni con il dirigente scolastico dell’istituto e moltissime altre persone.
A seguito dell’incontro, il presidente della commissione antimafia, dott.ssa Monica Forte, ha osservato che… non è opportuno che detenuti con trascorsi di mafia e di criminalità organizzata si pongano come insegnanti di fronte a studenti che potrebbero subire il fascino del male e una certa confusione fra buoni e cattivi: “… reputo inopportuno un progetto che ha portato detenuti per mafia in una scuola per un corso alla legalità. Il confronto diretto con gli ergastolani rischia di far passare un messaggio sbagliato fra i giovani che hanno poca se non nessuna conoscenza del problema delle mafie. La mitizzazione televisiva del crimine, da questo punto di vista, non aiuta”.
Essendo io il coordinatore del Gruppo della Trasgressione, conoscendone la natura, gli obiettivi e il metodo, avendo incontrato con il gruppo Trsg da quando è nato (San Vittore 1997) decine di migliaia di studenti di medie inferiori e superiori, ho piacere di esprimere la mia opinione.
Sono d’accordo che la mitizzazione del male su televisione e giornali genera confusione e ritengo a mia volta inopportuno che i detenuti abbiano il ruolo di insegnanti abilitati a spiegare agli studenti il bene e il male. Puntualizzo però che gli incontri fra Gruppo della Trasgressione e studenti di scuole medie inferiori e superiori sono così caratterizzati:
- tutti i detenuti da me autorizzati a parlare durante gli incontri nelle scuole frequentano il Gruppo della Trasgressione da almeno 4/5 anni e, prima di arrivare a parlare con gli studenti, hanno partecipato attivamente a centinaia di incontri del gruppo all’interno del carcere;
- durante gli incontri nelle scuole, i detenuti parlano agli studenti in una situazione in cui sono sempre io a coordinare la direzione degli interventi; pertanto, nella sostanza e nella forma e per tutta la durata degli incontri, io sono il docente e loro i testimoni di come un lavoro svolto in profondità e con un continuo confronto con l’istituzione (la direzione del carcere, la magistratura di sorveglianza) possa portare uomini provenienti dal degrado, e che del degrado sociale erano divenuti servi e veicolo, a essere oggi la prova vivente di come il degrado possa essere contrastato e di come un adolescente che stia scivolando in quella direzione possa trovare gli stimoli e gli strumenti per invertire rotta.
Sarei particolarmente contento se una commissione di esperti decidesse di verificare gli effetti che il Gruppo della Trasgressione produce sugli studenti quando andiamo nelle scuole per la prevenzione al bullismo. Questo ci darebbe utili indicazioni su come procedere nella formazione dei detenuti e su come impostare gli incontri con gli studenti delle medie contro il bullismo e la tossicodipendenza.
Concludo, invitando la presidenza della commissione antimafia agli incontri del Gruppo della Trasgressione che si tengono tutte le settimane nelle carceri di San Vittore, Bollate e Opera.
Mi sento pienamente rappresentato. Abbiamo molti positivi riscontri che confermano cosa è diventata nel tempo l’identità del gruppo.
Roberto Cannavò
“Sarei particolarmente contento se una commissione di esperti decidesse di verificare gli effetti che il Gruppo della Trasgressione produce sugli studenti quando andiamo nelle scuole per la prevenzione al bullismo”
…Ottimo suggerimento Dott. Aparo…
Un caro abbraccio a tutti… Antonia
Sono d’accordo con quanto scrive. Vorrei partecipare per essere di sostegno…
Conosco e riconosco il lavoro e la serietà del Gruppo della Trasgressione e di Juri Aparo, li seguo da tanti anni e non ho mai visto né superficialità né compiacimento. Vedere per credere Carla Chiappini
Spesso “insegna” più un ‘(ex) delinquente’ in 10 minuti, che un professore in un intero anno di scuola. Sono testimone da almeno 8 anni, attraverso gli incontri di studenti con i detenuti del carcere di Bollate, degli effetti positivi di queste esperienze, specie se chi parla sa dire bene l’aridità, la sofferenza e soprattutto l’inganno della malavita.
Ne ho avuto la prova più volte, al gruppo della trasgressione in particolare, dove NON c’è mai compiacimento o superficialità o autocelebrazione nell’affrontare gli argomenti proposti.
Ne ho anche avuto conferma in questi giorni a Scampia durante un campo di lavoro organizzato da un collega con una trentina di studenti del mio liceo, presso il podere Amato Lamberti, sottratto alle mafie, dove abbiamo avuto l’onore di incontrare, tra gli altri, Davide Cerullo, ex pusher, latitante all’età di 12 anni, ex-camorrista ora impegnato nel suo stesso quartiere nell’Associazione ‘L’albero delle Storie’: “per fare il camorrista non bisogna avere le palle, basta essere un coglione”; “il mafioso è un perdente, perchè ha tutti i soldi che vuole, ma poi.. fa una vita di merda!”. Il linguaggio in questo caso è a volte ‘colorito’ ma il messaggio arriva forte e chiaro!
https://www.youtube.com/watch?v=AOjlXIAeJXU&t=975s
Al contrario, nel Gruppo Trsg anche la proprietà e la padronanza del linguaggio lascia spesso incantati anche gli studenti del liceo.
Capisco la preoccupazione di chi preside la commissione regionale antimafia, ma assicuro che questa è ‘tutta un’altra storia’ rispetto alla miseria e alla vergogna che spesso si vede passare in televisione.
Forse incontri e progetti di questo tipo dovrebbero essere “raccomandati” e diventare programma curricolare! Concludo con un invito rivolto soprattutto a chi ha a cuore la crescita positiva dei nostri studenti, a venire a vedere di persona il modo di procedere e gli effetti negli scambi fra i nostri studenti e il Gruppo della Trasgressione.
Patrizia Canavesi,
insegnante nelle scuole medie superiori della Brianza