Al Gruppo della Trasgressione
Da un lato, sono contento perché dopo decenni di sudore, paradossalmente, in un periodo terribile per tutti, il nostro gruppo raccoglie frutti sui quali avevamo quasi perso le speranze:
-
- il bando di Rozzano già vinto e per il quale cominceremo a lavorare probabilmente a settembre;
- quello per cui Adriano e Roberto distribuiscono attualmente cibo a famiglie disagiate di Rozzano e Peschiera e riescono ad avere uno stipendio nonostante il Covid 19 abbia messo in ginocchio tante aziende;
- adesso anche la sede di Sant’Abbondio (sono almeno 15 anni che cerchiamo una sede e finalmente ce l’abbiamo).
Dall’altro, quando raggiungo qualcosa, è per me impossibile rallegrarmi del risultato senza desiderare di condividerlo con le persone grazie alle quali la meta è stata raggiunta: le primissime con le quali il gruppo è nato e le centinaia di detenuti, studenti e docenti con cui abbiamo mosso i primi passi. Ma i risultati che stiamo raggiungendo adesso sono legati soprattutto alle persone che hanno dato energia al gruppo negli ultimi 6/8 anni.
A tutte queste persone, grazie. E grazie anche alle persone che nel frattempo sono morte. La settimana scorsa è morta Luciana Invernizzi e prima di lei tanti detenuti e non detenuti che sono nella storia del gruppo.
In questo momento ho l’impressione che il Gruppo della Trasgressione, nonostante il Covid 19, sia all’inizio di una nuova epoca:
- abbiamo la sede di Via Sant’Abbondio;
- siamo partner ufficiali del comune di Rozzano, del Galdus e del carcere di Opera nella lotta alla marginalità, nel recupero e nella valorizzazione di funzioni sociali senza le quali si annega in una cancerogena marginalità;
- abbiamo il titolo ufficiale per entrare a San Vittore con la qualifica di testimonial di civiltà invece che di delinquenti;
- abbiamo un’associazione che dal 2002, in collaborazione con decine di scuole di Milano e delle vicine provincie, utilizza le storie e l’acquisita consapevolezza dei detenuti del gruppo per lottare contro il bullismo e le varie dipendenze;
- abbiamo persino una cooperativa col conto corrente in blu… come il nostro furgone e come la lettura del mondo di chi decide di darci una mano.
Nati 22 anni fa come gruppo di delinquenti che cercava di non marcire in carcere, siamo cresciuti fino ad avere oggi fra i nostri alleati anche magistrati e direttori di carcere e ad avere in un gruppo come quello del Rotary club Milano Duomo il nostro più antico e generoso sostenitore.
Se chi si è preso una vacanza o chi si è dedicato ad altro in questi anni volesse tornare per brindare ai risultati raggiunti o addirittura per collaborare nella costruzione dei prossimi che probabilmente otterremo, questa sarebbe proprio l’ora di farlo.
In ogni caso, grazie! So per certo che anche chi non tornerà mai più al Gruppo della Trasgressione ha contribuito a farlo crescere e so altrettanto bene che anche coloro che non vedrò mai più ne hanno tratto stimolo e nutrimento per procedere verso le proprie mete personali.
Grazie a tutte queste persone il gruppo procede da oltre due decenni fra gioco e realtà.
La Squadra Anti-DegradoProveremo con la squadra di adesso ad andare ancora avanti, pur se credo che non arriverò mai a capire se… zappiamo la terra per sognare le stelle o viceversa.
Angelo Aparo
Ma che bello! Sono felicissima.
Mi sento come se avessi vinto alla lotteria senza nemmeno avere giocato. Tanti complimenti a tutti voi che avete giocato sodo per così tanto tempo, vincendo il famoso “virus delle gioie corte”!
Con stima e affetto,
Manu
Tanta felicità e tanta stima per tutto quello che state facendo e avete fatto fin qui. Sono felice di aver condiviso qualche piccolo momento che non dimenticherò. Carla
Leggo il suo scritto e mi vengono in mente i pezzi di un puzzle che pian piano definiscono l’immagine di un quadro.
E proprio come la funzione dei pezzi del puzzle, colgo, nelle sue parole, l’importanza e la specificità che dà e che ha dato ad ogni componente del gruppo. E a mio avviso, lo fa con grande umiltà!
Poi guardo i video, le immagini, ascolto i detenuti, ne avverto il cambiamento e vedo l’enorme lavoro fatto negli anni. Penso alla fortuna che si ha quando si trova una guida e quando si fa parte di un gruppo con cui si può crescere e nutrirsi a vicenda.
Per questo, e per l’opportunità di crescita che sta dando anche a me, Le dico GRAZIE!
Katia
James Allen,
Pioniere del movimento di auto-aiuto, diceva che per avere successo bisogna porsi queste quattro domande:
Perché?
Perché no?
Perché non io?
Perché non adesso?
Ecco, credo che lo spirito con il quale siamo entrati circa un anno fa in Comune a Milano, Patrizia, Adriano ed io, fosse proprio questo.
Perché non noi?
Perché non adesso?
Una gioia profonda per ciò che poteva accadere ed è accaduto.
In questo momento, dove le speranze sembrano sempre più affievolirsi per tanti motivi e per tanti di noi, apprendere queste notizie, constatare questi gioiosi stati d’animo non può che fare piacere. Complimenti a tutti quelli che non mollano mai e credono sempre in quello che fanno, malgrado tutte le avversità. Tutte quelle persone che oggi gioiscono sono persone che io invidio tantissimo. BRAVI, mai mollare, mai arrendersi. Per questo vi invidio. Un abbraccio a tutti
Con tenacia e determinazione si raggiungono grandi traguardi capaci di donarci un tripudio di emozioni.
Grazie per la condivisione dei risultati e delle riflessioni!
Personalmente posso confermare che un buon 75% del sangue che mi scorre nelle vene ha i colori del Gruppo della Trasgressione. Inoltre il virus delle gioie creative è molto contagioso e temo abbia un R0 particolarmente elevato perché penso di avere a mia volta contagiato numerose persone nel corso di questi anni.
I complimenti sono per i risultati tangibili di oggi, ma anche per tutti quelli apparentemente invisibili che hanno viaggiato a lungo e che, sono certa, ogni giorno si spingono sempre più lontano, perché hanno dentro tutti gli strumenti necessari per navigare: un cappello bianco nella notte, il filo per legare il legno e le vele, il sestante per conoscere la direzione.
E anche se da qui non le vediamo, mi immagino distese di albe coraggiosamente coltivate subito lì, appena oltre il confine, dove si perde il nostro sguardo ma dove i risultati continuano a proliferare.
Grazie di tutto,
Tiziana Pozzetti