La fragilità male amministrata dal soggetto e male accudita dal mondo esterno porta a un degrado progressivo che può esitare nel suicidio o nel terrorismo.
L’indifferenza alla fragilità, funzionale al godimento dei privilegi del consumismo, spinge la persona negata o il popolo dimenticato alla rabbia, al rancore, all’odio cieco e totalizzante (il terrorismo, le bande, l’abuso) o all’impotenza schiacciante, alla depressione, al suicidio (Rosario Curcio).
Oggi Vito Cosco può essere utilizzato come esempio di una fragilità accudita, che permette all’uomo di uscire gradualmente dall’indifferenza e dalla marginalità per diventare, passo dopo passo, cittadino.
Il concerto del 18/11/23 non è una celebrazione di Vito Cosco o della sua redenzione, ma del lavoro che viene portato avanti per una città più inclusiva.
La sedia di Lillà, Alberto Fortis – I violini del mare contro l’indifferenza – Gli occhi grandi color di foglia