Cari amici e compagni del gruppo, durante il confronto avuto il 20/03 mi sono reso conto che siamo chiusi in questo luogo di sofferenza e spesso ci confrontiamo con persone che hanno subito dolori atroci e indelebili come il signor Paolo e la signora Marisa. Quando parlo con loro mi sento trasmettere serenità e amore specialmente dal signor Paolo, che potrei ascoltare per ore.
Io, a differenza di altri compagni, ho un residuo di pena di 3 anni e nonostante ciò sono orgoglioso di frequentare il gruppo della trasgressione perché posso alimentarmi di cose belle che un domani potrò trasmettere a persone al di fuori di questo luogo.
Riflettendo sulla questione della cooperativa, se ci sarà la possibilità, vorrei mettere in atto un progetto di floro vivaista in quanto ho 30 anni di esperienza.
Ribadisco, a me manca poco al fine pena, potrei starmene in cella, ma oggi sono una persona che si sente pronta ad aiutare il prossimo.
Mi ha molto colpito il discorso di andare a parlare nelle scuole in merito alla prevenzione del crimine, ma non scordiamo i femminicidi di amori mancati perché bisogna far capire che il vero amore non uccide.
Io sono pronto a darvi tutto il mio sostegno e supporto, anche lavorativo, per cercare di creare e lasciare all’interno della cooperativa qualcosa per altri detenuti che come me sono caduti. Noi non siamo dei falliti, siamo persone che si sono perse. Occorre forza e determinazione per il nostro cambiamento in persone oneste e costruttive.
Antonio Acampa