Avendo partecipato al progetto Delitto e Castigo, cosa mi porto a casa? Sicuramente la consapevolezza di com’è la vita in carcere, di come un detenuto abbia bisogno di figure che lo accompagnino nel proprio percorso, più o meno lungo, a ritrovare la propria coscienza, attraverso il dialogo e attraverso il supporto morale; solo in questo modo queste persone possono essere reinserite nella società e possono procedere nella rieducazione menzionata nella nostra cara Costituzione.
Questa è stata la mia prima esperienza in un carcere e ora, più che mai, mi rendo conto di come sia necessario che questi tipi di progetti vengano diffusi, affinché ci possa essere in tutte le carceri una possibilità di cambiamento concreta. Soprattutto, resto con la speranza che un giorno, una figura come quella del dottore Aparo diventi istituzionalizzata e riconosciuta professionalmente, come qualcuno diceva nei nostri incontri.
Poi mi porto a casa gli insegnamenti ricevuti.
Da Paolo e Marisa, innanzitutto, che con la loro forza di affrontare il dolore si sono avvicinati a questo mondo, completamente opposto e antitetico alla loro esperienza di vita.
Poi dal professore Fausto Malcovati su Dostoevskij, da cui ho imparato molto sulla letteratura russa.
Dal dottore Alberto Nobili, che ci ha dato dei preziosissimi consigli su come svolgere il nostro futuro lavoro, soprattutto per chi, come me, ha il sogno di diventare un pubblico ministero.
E infine gli insegnamenti del dottore Francesco Cajani e del professore Angelo Aparo, che hanno reso possibile questo progetto assieme al Gruppo della Trasgressione.
Grazie a tutte queste figure, questa esperienza mi ha cambiato in positivo, mi ha convinto che oltre allo studio sui libri è importante vedere la realtà delle carceri italiane e fare qualcosa di concreto affinché si realizzi per tutti noi, detenuti e civili appartenenti alla società, una condizione migliore di convivenza.
Mi impegno a fare tesoro di tutto ciò che ho imparato per il mio futuro professionale, ma anche personale. Se un giorno avrò il privilegio di essere magistrato, sono sicura che svolgerò la mia professione ricordando ognuna delle persone presenti nell’aula Dostoevskij ed i loro insegnamenti.
Aurora Rossoni – Studentessa Giurisprudenza