Causa ed effetto

Non mi serve indossare uno scafandro per immergermi a scandagliare gli abissi della mia coscienza alla ricerca degli abusi da me commessi, mi è sufficiente guardarmi allo specchio perché riaffiorino i danni creati, le delusioni e i dispiaceri arrecati ai miei famigliari, il tradimento degli ideali nei quali credevo e ancora credo.

La mia vita delinquenziale è iniziata dopo i 24 anni quando, per una serie di motivi che non sto a raccontare, mi sono trovato in difficoltà economiche dalle quali non sapevo come uscire; insomma da impiegato di una grossa multinazionale, con possibilità di carriera, sono diventato ricettatore di merce rubata.

Sono cambiate le mie frequentazioni, il mio modo di vivere e il significato che davo alla vita. Ho comincio a fare uso di cocaina e abusare con gli alcolici per crearmi un mondo “virtuale” che non mi facesse pensare a ciò che avevo ripudiato.

Dopo la prima carcerazione nulla è cambiato, ho ricominciato da dove avevo lasciato. Chiaramente è arrivata una seconda carcerazione, un po’ più lunga rispetto alla prima, che quanto meno è servita a togliermi il vizio della cocaina.

Ho provato in più occasioni a cambiare la mia vita, cercando di riscattarmi perlomeno agli occhi dei miei cari, e visto che quando sei pregiudicato non è facile trovare un posto di lavoro, ho provato con delle attività in proprio con mille difficoltà.

Ad ogni prova finita male corrisponde un’altra “ricaduta” con un’altra carcerazione, ma non importa, io continuo a riprovarci anche se, data l’età, non credo mi rimangano molte occasioni.

Anche se io non accampo giustificazioni per i danni che ho fatto, penso che spesso capita che chi abusa, a sua volta, sia stato abusato da ciò che lo circonda: povertà, ignoranza, ghettizzazione ecc. ecc.

Quindi non credo ci si debba stupire se chi commette un certo tipo di reati non si rende conto di buttare al cesso la propria vita facendo avanti e indietro dalla galera, dove si imparano repressione e violenza, quantomeno psicologica.

La cosa che mi dà più fastidio è che mi abbiano tolto la possibilità di votare, anche se probabilmente, vista l’offerta politica scadente, la mia sarebbe una scheda nulla o con il partito dell’astensione.

Il fastidio quindi, nasce dall’ipocrisia di tutti i discorsi fatti sulla rieducazione e il reinserimento quando mi si nega la possibilità di esprimermi sul tipo di stato che vorrei e da cui, quindi, sono già escluso.

Una delle principali leggi della fisica recita che ad ogni causa corrisponde un effetto; visto che lo stato siete voi scegliete bene la causa perché noi siamo l’effetto.

Enrico Oriani

Nota: la conclusione non coincide con la mia né con l’orientamento del gruppo della trasgressione, ma è un ottimo esempio di quello che passa per la mente di chi commette reati a ripetizione e delle posizioni personali che al tavolo del gruppo diventano oggetto di dibattito. Angelo Aparo

Percorsi della devianza