La mano di Gesù non esita

Il dipinto è un olio su tela realizzato da Caravaggio e rappresenta il momento in cui Gesù chiama Matteo a diventare suo discepolo.

La scena si svolge all’interno di una stanza, ci sono 5 uomini tra cui Matteo seduti a un tavolo. Egli faceva l’esattore delle tasse, infatti i due personaggi sulla sinistra sono intenti a contare dei soldi. Gesù sulla destra indica con la mano Matteo, che come confuso indica l’uomo accanto a sé.  Al fianco di Gesù è presente san Pietro, visto di spalle, raffigurato anch’egli che indica con il dito qualcuno.

Il particolare che più di tutti attira l’attenzione in questo dipinto è la luce: una luce calda arriva da destra, forse da una finestra e che va ad illuminare la mano di Gesù e i volti dei personaggi, in particolare il volto di Matteo.

È come se la luce invitasse Matteo a uscire dalla sua vita buia, piena di peccato e ad avere un nuovo inizio positivo e guidato da Gesù.

Altro particolare che mi ha colpito è la mano di Gesù, che mi ricorda la mano di dio nella creazione, affresco realizzato da Michelangelo sul soffitto della Cappella Sistina.

La mano di Gesù non è esitante, Egli sa precisamente chi scegliere tra i cinque uomini presenti al tavolo ed è contrapposta al gesto di Matteo che, non credendo sia veramente lui il prescelto, indica il compagno alla sua destra, intento a contare il denaro, compagno che non si accorge nemmeno dell’arrivo di Gesù e di questa luce, rimane statico in una vita al buio (= male?).

Francisca Cosentino

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