A primo impatto descrivere l’immagine senza farsi condizionare da quanto studiato non è semplicissimo.
L’opera è caratterizzata da colori scuri, così come tutta la scena è rappresentata in ombra. I personaggi danno l’impressione che ci sia molto movimento all’interno dell’episodio, infatti mentre guardo il dipinto ho la sensazione che stia succedendo qualcosa di improvviso.
Sia i colori che il dinamismo della scena contribuiscono a trasmettere un senso quasi di inquietudine, o meglio di mistero, che mi porta a chiedermi quale possa essere il vero motivo di tutto questo movimento.
La scena sembra descrivere il momento in cui, mentre cinque uomini sono riuniti, uno di questi è ricercato o viene chiamato per qualche azione commessa.
Questa impressione nasce dal fatto che l’uomo sulla destra lo indica e allo stesso modo sta facendo l’uomo al centro della scena.
Invece, colui che sembra essere il presunto “colpevole” non alza neanche la testa dal tavolo, come se fosse consapevole delle sue colpe.
Mentre accade ciò, oltre agli uomini sopra descritti, ci sono altri due ragazzi che sembrano estranei alla vicenda e inconsapevoli di quello che sta succedendo.
Facendo poi più attenzione al titolo, “La vocazione di San Matteo”, è facile pensare che l’episodio non tratti di un arresto o un richiamo da parte delle forze dell’ordine ma proprio del momento in cui Matteo viene chiamato da Gesù per seguirlo.
Giulia Mutti