Probabilmente non ci si riflette abbastanza, perché le persone sono follemente attaccate alle apparenze. Non ci si riflette abbastanza, perché le apparenze rendono nitidi i confini tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non c’è possibilità di errore quando si scruta solo la superficie del mare tirando le somme di ciò che si cela al di sotto, senza alcuna intenzione di indagare oltre. E sembra che a molti vada bene così, che il mare sia solo uno specchio e che un detenuto sia solo un criminale, come se gli venisse revocato a vita il suo status di umano.
Non lo considero un pensiero sbagliato, in realtà: innegabilmente, il mare è uno specchio d’acqua e, allo stesso modo, il detenuto è un criminale e ci sono crimini che non possono essere perdonati. Tuttavia, non si può dimenticare la natura umana dell’individuo, non la si può tralasciare. Questo è stato uno dei temi più comuni all’interno del cineforum, inteso come l’uomo dinnanzi alle strade della vita, a volte difficili da considerare per diverse motivazioni, che sia la scelta di denunciare un fratello che ha commesso un grave crimine o quella di rubare una bicicletta. Si è affrontato anche, sempre relativamente al percorso futuro e alle scelte per andare avanti, il tema del passato, di come esso si imponga sulla nostra identità odierna e anche di come non sia poi così vincolante; Nonostante la sua importanza, il nostro passato non ci rappresenta e non ci misura, in alcun modo.
Non tutti agli incontri avevano le medesime opinioni ma ciò ha favorito il dialogo, alimentando un clima di tranquillità e apertura.
Ho voluto fare un disegno che rappresentasse questa sensazione: Malgrado la distanza, le storie e le esperienze differenti, ho percepito una vera e propria connessione, un intreccio che ho voluto rappresentare con il caratteristico filo rosso che simboleggia il destino o, in questo caso, la relazione di ascolto.
Lara Mammi