Egregio Dottore Aparo, frequento da poco il suo gruppo e il 13 giugno scorso ho potuto assistere allo spettacolo “I violini del mare contro l’indifferenza”.
Credo che il progetto che lei chiama “Gruppo della Trasgressione” sia qualcosa di eccezionale e penso che nemmeno lei si rende veramente conto di cosa ha creato, facendo sedere allo stesso tavolo vittime e carnefici. Quando vengo al corso e stringo la mano a una persona come il Dottor Paolo Setti Carraro avviene qualcosa che mai avrei creduto possibile nella mia vita.
Il gruppo della trasgressione è una realtà che vive solo negli istituti di Milano e aggiungo che, se mentre ero detenuto in altri istituti mi fosse stato raccontato da altri l’esistenza di questo corso, non ci avrei creduto. E’ una realtà troppo difficile da immaginare per chi è detenuto altrove.
L’evento del giorno 13 giugno è stato bellissimo, con vittime e carnefici allo stesso tavolo. Tutti gli interventi sono stati gradevoli e sentiti, ma quello che mi ha colpito di più è stato quello di Padre Ciotti, forse anche perché da lui non mi sarei aspettato (essendo padre Ciotti coordinatore dell’associazione Libera) parole cosi profonde e incoraggianti verso noi carnefici.
Inoltre il nostro progetto punta sulla rinascita, sulla trasformazione e, proprio per questo, la presenza di uno strumento come il violoncello costruito con il legno proveniente dai barconi affondati è stata la ciliegina sulla torta.
Vedere con i propri occhi che il legno che in un primo momento ha dato morte alle persone è stato trasformato in strumenti musicali che regalano invece momenti di gioia, è meraviglioso e dimostra oggettivamente che il cambiamento è possibile.
Tra un intervento e l’altro, tra una canzone e l’altra, guardavo il violoncello e più di una volta ho pensato che, se c’è l’ha fatta il legno della barca a passare da strumento di morte a strumento di piacere, può farcela anche l’essere umano.
Oscar Pecorelli
Da Andrea Spinelli