Fuori i fiori esplodono. La primavera insorge con dolce furia. La vita continua, continuerà…
Alle soglie del tramonto
quando le nubi si incendiano,
fra ricordi e futuro,
là è la carezza dell’amore
con le sue dita sapienti,
di velluto, a frugare nel cuore,
nei pensieri.
Alle soglie del tramonto
quando Venere dona
la sua pelle di luce
fulgida e breve
prima delle infinite stelle
e il cammino d’argento,
nell’immenso grembo della notte
porta voci lontane il vento
e le consegna altrove,
all’infinito gioco degli occhi.
Alle soglie del tramonto,
nelle profondità che s’aprono
e si colmano,
l’orlo del baratro si fa orma,
misura, sogno, proiezione,
armonia, incenso
del primo viaggio.
Alle soglie del tramonto
la parola si fa vela, ala
d’uccello oceanico, madre e figlia,
mela di nostalgia.
Alle soglie del tramonto
il deserto nella clessidra
diviene musica e foglie,
carovana, visione.
Alle soglie del tramonto,
nella tenera arsura
quando il fuoco scalda
senza bruciare,
comprendi il senso del silenzio
che accoglie e libera,
la bellezza ricevuta
e quella che attende,
il bene ricevuto
e quello da fare.
Solo alle soglie del tramonto…
Alberto Figliolia