Il dipinto raffigura il momento in cui Cristo sceglie Matteo, uomo malvisto dalla società poiché era colui che riscuoteva le tasse per Roma. La scena è ambientata in una locanda oscura e disadorna; a destra ci sono Cristo che indica con la mano destra il futuro apostolo e San Pietro.
Matteo, che è seduto al tavolo insieme a quattro compari, è colto inaspettatamente dall’invito e reagisce con un gesto naturale. Questo gesto istintivo, come se si stesse sincerando che Cristo sta chiamando proprio lui, simboleggia che la chiamata di Dio è sempre rivolta a tutti gli uomini di tutti i tempi, ma ciascuno è libero secondo la propria coscienza di aderirvi o di respingerla.
Un altro importantissimo protagonista di questo quadro è la luce. È di colore giallastro e squarcia la penombra del locale, mettendo in evidenza la semplicità degli ambienti. La immagino provenire da una porta esterna alla prospettiva dell’opera. La luce ha una funzione simbolica, rappresentando la luce della Grazia divina che improvvisamente congela la posizione e le espressioni dei presenti nella locanda, collocandoli in uno spazio astratto e senza tempo.
Rebecca Maraschi